di Beatrice Silenzi

Chiunque abbia visto almeno una volta nella vita “Frankenstein Junior” lo ha definito geniale, surreale, bizzarro.

Del 1974, il film è una parodia del classico horror “Frankenstein” della Universal.
Un anno prolifico quello per Brooks, che aveva appena proposto “Mezzogiorno e mezzo di fuoco”.
“Frankenstein Junior” rappresenta dunque un omaggio: combinazione perfetta di umorismo eccentrico e tributi ai film dell’epoca. 

La pellicola racconta le avventure del nipote del leggendario dottor Victor Frankenstein, Frederick, interpretato da Gene Wilder che, dopo aver ereditato la tenuta di famiglia in Transilvania ed essersi imbattuto in una serie di personaggi inquietanti, tra cui Frau Blücher e Igor, decide di seguire le orme del nonno, dedicandosi alla creazione di un nuovo mostro.

Il film gioca con le convenzioni, regala uno sguardo comico sulle situazioni tipiche degli horror, distinguendosi per il suo umorismo intelligente e irriverente.
Le gag sono vincenti tra giochi di parole e situazioni volutamente esagerate in cui Mel Brooks dimostra una profonda venerazione per il cinema, in particolare per il filone monster movie anni ’30.

Ci sono omaggi e riferimenti dappertutto, in modo divertente e creativo. 
Peter Boyle è incredibilmente divertente nella parte del mostro, ma anche il resto del cast, tra cui Marty Feldman, Teri Garr e Cloris Leachman, contribuisce a creare un’atmosfera di puro divertimento e follia.