di Beatrice Silenzi

Gli anni 60 rappresentano un decennio fondamentale nella storia del cinema statunitense.

Nonostante le grandi major controllassero saldamente l’industria cinematografica, il periodo è stato caratterizzato da una crisi finanziaria da cui è emersa una rivoluzione culturale che avrebbe cambiato il volto del cinema americano.

MGM, Warner Bros., United Artists, Paramount, 20th Century Fox, Columbia, Disney e Universal dominavano l’industria cinematografica e producevano numerosi film di successo.

Eppure, dagli anni 60, qualcosa è cambiato ed a causa di una difficile crisi finanziaria, generata da scelte creative non sempre efficaci.

I grandi kolossal, insomma, non erano più garanzia di successo e Hollywood era costretta a confrontarsi con una nuova realtà che avrebbe portato al sorgere della New Hollywood.

Ottenendo maggior controllo artistico sulle loro opere, i registi iniziavano ad esplorare storie e tematiche più avvincenti, lasciandosi ispirare dalle innovazioni che provenivano dall’Europa e introducendo elementi fino ad allora proibiti (come la violenza, la sessualità e idee non ortodosse).

La Nuova Hollywood abbracciava, dunque, una visione più autoriale, permettendo agli autori di esprimere creatività, senza limitazioni.

È l’epoca di talentuosi come Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Stanley Kubrick e Arthur Penn, che sfidavano le convenzioni, dando vita a capolavori indimenticabili.

La New Hollywood parlava di tematiche sociali e politiche in film come “Easy Rider” (1969) di Dennis Hopper, con la controcultura e la ribellione giovanile, o “Bonnie and Clyde” (1967) di Arthur Penn con la violenza e il romanticismo criminale, che riflettevano l’atmosfera turbolenta dei tempi.

Utilizzando tecniche come un montaggio frenetico, una fotografia audace ed una colonna sonora contemporanea, al fine di creare un’esperienza cinematografica coinvolgente e rivoluzionaria, la New Hollywood si distingueva per uno stile visivo innovativo.

I film di quel decennio hanno resistito alla prova del tempo e molti sono ancora celebrati come capolavori.