di Beatrice Silenzi

“American Graffiti” di George Lucas è uscito nel 1973 ed è un film che mette in primo piano, ma anche anticipandola, l’onda di nostalgia per la cultura greaser degli anni ’50 e ’60.

Scritto dallo stesso Lucas, la pellicola è un viaggio nel tempo che ricorda i giorni felici del 1962, quando i giovani si divertivano sullo strip, partecipando a gare di accelerazione, corteggiando ragazze e facendo scherzi ai poliziotti.

Il cast d’eccezione e una colonna sonora indimenticabile, fanno di “American Graffiti” il film che meglio coglie l’inquietudine tipica dell’adolescenza e la smania per la libertà di un gruppo di giovani in una tranquilla cittadina: da Richard Dreyfuss a Ron Howard, da Harrison Ford a Cindy Williams, a Paul Le Mat.

Ogni personaggio è complesso e affascinante, inquieto e alla ricerca di identità: tra le spacconate e i momenti di divertimento, “American Graffiti” tocca le corde emotive più profonde dell’animo umano.
Il film presenta momenti di vero sentimento, come le relazioni romantiche che si sviluppano tra i personaggi e la riflessione sulla transizione verso l’età adulta.

La sequenza finale ad alta velocità, con le auto che sfrecciano per le strade, rappresenta un momento di catarsi e di presa di coscienza per i protagonisti e simboleggia il passaggio verso l’incertezza del futuro.

Infine, la presenza del famoso disc jockey Wolfman Jack, che fa da colonna sonora vivente al film, è una componente fondamentale del racconto, con una colonna sonora che comprende grandi successi dell’epoca, che diventa un vero e proprio personaggio nel film.